lunedì 6 giugno 2011

Sessione 5: litigi e scoperte

Sessione per lo piu' interpretativa: i maghi hanno discusso, e discusso, e discusso. Personalmente me la sono goduta parecchio, perche' ho avuto il privilegio di assistere alla definitiva trasformazione dei personaggi da mucchietto di numeri su scheda a esseri vivi e autonomi, ciascuno con le proprie ideologie e limitazioni. E poi perche' praticamente, come narratore, non ho fatto un cazzo. Hanno fatto tutto i giocatori!

 Il primo grosso punto di rottura e' stato l'atteggiamento che il gruppo dovra' tenere nei confronti di Isho. Quest'ultimo - assieme alla piccola fazione di cui e' a capo - sembra essere disposto a fare di tutto pur di favorire l'obiettivo comune della sopravvivenza dei maghi a lodi. Apparentemente, forse troppo: il patto scellerato con il Grande Scorpione e il mercimonio con la fazione di Paimon (che alcuni indizi sembrano classificare come un essere demoniaco) non vanno giu' a Odisseo. Calsifer e' sulla stessa lunghezza d'onda, ma per motivi personali: detesta cordialmente la schiera di Paimon, la vorrebbe distrutta, e non vuole averci niente a che fare. Diverso l'atteggiamento di Solomon: egli ammette il concetto di male necessario, e comunque non crede all'origine abissale di Paimon.

Su tutto, l'assenza di una gerarchia all'interno del gruppo e di una divisione dei compiti hanno sicuramente contribuito a creare conflitto.

Conflitto che si e' manifestato in una lunga (e un po' estenuante) discussione tra i giocatori, che hanno continuato a smontare le rispettive proposte di linea d'azione. Gli animi si sono accesi, e si e' arrivati addirittura alle minacce fisiche. La goccia finale e' arrivata quando Odisseo si e' accorto che su Solomon giace un incantamento non atlantideo. Sospetti, paure e nervosismo fanno il resto: Solomon decide di allontanarsi dall'Occultoteca, e forse tagliare addirittura i rapporti con la cabala.

(so che non sembra molto, ma per arrivare qui sono state necessarie circa 3 ore di gioco, la rimanente parte ha portato via circa un'ora)

Le azioni dei maghi quindi si dividono. Odisseo e Calsifer, ritenendo l'Occultoteca un posto non piu' sicuro - se Solomon va considerato un nemico, prima di tutto e' necessario trovare un nuovo posto che lui non conosca. Quest'ultimo intanto, dopo aver fallito nel contattare Isho, si dirige alla casa di riposo Santa Chiara, per indagare sul luogo che sembra essere all'origine della loro avventura lodigiana.

Odisseo e Calsifer passano il resto della giornata in giro per agenzie immobiliari. Grazie al controllo del Fato di Calsifer riescono a trovare un appartamento sfitto all'interno di un palazzo dove ha sede un'azienda di rilievi statistici. Proprio a causa dell'azienda il guanto qui e' molto spesso, e i maghi decidono di fermare l'appartamento.

Al momento di rientrare vengono contattati via cellulare da Isho che dice di
aver recuperato Solomon, malamente ferito. Entrambi si trovano davanti all'Occultoteca nel furgone dello sciamano, che aspettano.

La successiva riunione dei quattro maghi nell'occultoteca fa emergere alcune scoperte:
  • Isho, contrariamente a quanto sospettava Odisseo, non sembra essere a conoscenza della natura di Paimon. Pare addirittura che Isho proprio non l'abbia mai visto;
  • la magia non atlantidea attiva su Solomon era il giuramento magico di non bellingeranza e buon vicinato fatto con Isho il giorno prima grazie ad una candela le cui proprieta' vengono fatte risalire al regno di Arcadia;
  • Isho stesso possiede una tecnica per creare candele incantate che incanalano il potere di componenti arcane (come il veleno del Grande Scorpione)
Parzialmente ripresosi dalle ferite subite, Solomon racconta di aver cominciato ad indagare sulla casa di riposo Santa Chiara. E' riuscito ad entrare e a convincere (con ampio supporto di mezzi arcani) il direttore della struttura a dargli accesso agli archivi. Purtroppo pero' non ha potuto metterci le mani sopra: un improvviso attacco di magia simpatetica ha cominciato a bombardargli la mente. Provato dai colpi, Solomon tenta una mossa azzardata: invece di innalzare le proprie barriere psichiche accetta di subire danni, ma proietta i propri sensi attraverso il canale simpatetico. Lo spettacolo che vede, prima di svenire, e' inaspettato.

La vista remota di Solomon lo proietta all'interno di un capannone industriale, apparentemente abbandonato. Macchinari, rottami, ferraglia arrugginita sparsa senza apparente ordine. Al centro della scena, il Compressore. Il Compressore e' un macchinario complesso, parzialmente fuso, che disturba e distorce la vista. Appendici metalliche, nastri trasportatori e ganasce sembrano mescolati senza soluzione di continuita'. Impossibile indovinare le operazioni svolte da questa macchina. E poi, e' difficile guardare il Compressore: sembra sempre che ci sia qualcos'altro, qualche pezzo in piu', ed anche simboli, simboli complessi e carichi di significato, appena dietro un ingranaggio, poco oltre le linea del visibile
Solomon percepisce una coscienza forte e ostile provenire dal macchinario. E' questa coscienza ad attaccarlo.

Stremato dai colpi, Solomon riesce in un ultimo disperato atto di coraggio: allarga lo spettro dei suoi sensi, riesce ad uscire, con l'occhio della mente, dall'edificio, e a darne un breve sguardo dall'esterno. Poi il buio cala.

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