mercoledì 25 maggio 2011

Sessione 3: hic sunt leones (ultima parte)

(continua da qui, che continuava da qui, che a sua volta continuava da qui)

Nell'ultima parte della sessione i maghi vengono finalmente in contatto con altri maghi cittadini. Decidono prima di pagare una visita di cortesia presso un sanctum che era stato individuato tempo addietro nel palazzo del comune. E viene poi il momento di incontrare di nuovo Isho e il suo gruppo.
Fiammetta 
La scorsa sessione Odisseo aveva percepito una fonte nei pressi del palazzo del Comune. Una rapida indagine gli aveva fatto capire che la zona era probabilmente abitata da un mago, visto che ad accoglierlo si era presentata una nutria-famiglio.

Ecco che quindi i maghi, armati di cautela, armature arcane e buone intenzioni si presentano in gruppo. Odisseo per buona misura si rende invisibile. Gli altri cercano di farsi notare e di dichiarare le proprie intenzioni pacifiche.

Dopo poco vengono di nuovo intercettati dal roditore, al seguito del quale compare una ragazza dai capelli rossi, pantaloni militari e giubbotto multitasche. E, come piccolo benvenuto, un fucile a canne mozze su cui sono stati montati una dozzina di flash per macchina fotografica.

"Ma cosa ci fate qui a Lodi? Scappate!" E' questa l'antifona che ripete la risvegliata, presentatasi con il nome di Fiammetta. "La citta' e' invasa, non c'e' posto per altri maghi, gli spiriti governano. E quel coglione di Isho finira' per far ammazzare se stesso e quel branco di rammolliti che gli vanno dietro."

I maghi lasciano quindi il loro contatto a Fiammetta e se ne vanno.

Isho e i suoi
L'incontro era fissato al bar Poiani, pittoresco locale costruito dentro un vagone abbandonato nel retro della stazione. I maghi si recano sul posto alle dieci di sera, dopo la chiusura.
Isho introduce i maghi ad un certo numero di altri risvegliati: la cabala dei Figli dell'attimo, Marcello De Benedetti e Fezzik, sonnambulo tuttofare e barista di modeste abilita'.

I Figli dell'Attimo non sembrano accogliere bene l'arrivo di altri maghi. "Siamo gia' troppi! Dove lo prendono questi il mana?" Isho cerca di fare da paciere, ricorda a tutti che non e' lui a decidere quando la gente esce dalla clinica Santa Chiara, e che l'unica speranza di sopravvivenza sta nel restare uniti.

La serata in qualche modo procede. I Figli dell'Attimo lamentano l'assenza di un loro membro, Vertebra, che da qualche giorno e' sparito. Isho promette di cercarlo, e chiede aiuto anche ai maghi nell'impresa.

Si unisce quindi alla serata Giasone, eccentrica figura con fare d'altri tempi, scortato da due uomini in apparente stato confusionale (sguardo fisso, bava alla bocca, nessun segno di pensiero autonomo). Queste due "guardie del corpo" vengono trattate come oggetti da Giasone, ed eseguono ogni suo ordine.

Isho intanto fa gli onori di casa e spiega alcune cose della politica cittadina. E' vero, la citta' e' governata dagli spiriti, che dominano incontrastati. Potrebbero tranquillamente ammazzare i maghi, vista la disparita' di forze, ma li tollerano proprio perche' i maghi hanno saputo tenere un profilo basso e non inimicarseli. Gli spiriti sono anche responsabili della cappa di apatia che tutto avvolge in citta'.

Viene inoltre introdotta la figura del "Vecchio". Sembra essere un'entita' di qualche tipo, non meglio identificata, che veglia sui maghi, e fa in modo che non lascino la citta'. Nessuno dei maghi presenti e' in grado di usare mezzi sovrannaturali per spostarsi, e gli spostamenti materiali vengono bloccati con ferocia. Si dice che il Vecchio abbia "la manina pesante".

Quando la serata sembra volgere al termine, Giasone quasi soprappensiero dice di essersi ricordato che c'e' un suo amico li' fuori che aspetta, e chiede a Isho il permesso di farlo entrare. Giasone e le sue guardie del corpo escono, e rientra al loro posto un uomo vestito in tuta lacera. Ha le stesse movenze lente e innaturali degli accompagnatori di Giasone, e quando guadagna il centro della stanza i Figli dell'Attimo mandano un urlo: e' Vertebra.

L'uomo poi si accascia al suolo, morto. Una prima analisi data la morte ad alcuni giorni prima. I Figli dell'Attimo scattano come un sol uomo, ma e' evidente che temano Giasone. L'unico a decidere di affrontarlo e' il loro capo, Cranio, che non resiste all'umiliazione ed esce dal bar, all'inseguimento di quello "scopamorti". Dopo poco l'aria e' attraversata da un altro urlo: Cranio viene trovato dopo poco a terra, in preda alle convulsioni, un rivolo di sangue che gli esce da un orecchio.

La serata si conclude con i Figli dell'Attimo che giurano di vendicare la morte del loro compagno, Isho che chiede ai maghi di aiutarlo con il cadavere e Marcello che va via alla chetichella.

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